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Attualità sabato 02 maggio 2020 ore 15:32
Covid e Rsa, un piano per salvare il Valdarno
Il Comune di Bucine chiede una strategia per tutte le case di riposo della zona e più controlli sugli operatori. Si riunisce la conferenza dei sindaci
BUCINE — Tre operatori col Coronavirus ma senza sintomi. È l’ultimo campanello di allarme scattato nella Rsa di Bucine. A segnalare che il Covid è più forte delle misure prese dopo i tanti contagi al piano zero della casa di riposo di Bucine e i primi morti che nel giro di poche settimane sono diventati undici. Il sindaco Benini il 27 aprile ha dato con preoccupazione (vedi articolo collegato) la notizia che tre dipendenti del piano 2 della struttura sottoposti tre giorni prima al tampone erano risultati positivi nonostante fossero asintomatici e che l’esito del loro precedente test di fine marzo era negativo. Un vero scossone per la “Fabbri Bicoli”. Che ha portato a un immediato controllo nella struttura da parte della Asl per “cercare di capire se c’è una causa ben definita di questi nuovi tre casi positivi” ha detto il sindaco di Bucine durante il consiglio comunale che giovedì si è tenuto online.
“È un elemento di preoccupazione, una situazione che non ci fa stare tranquilli”. Per questo Benini ha chiesto che si riunisca la conferenza dei sindaci del Valdarno – presieduto dal collega di Terranuova Chienni – per discutere di una questione che non riguarda solo la Rsa di Bucine e quella di Montevarchi, dove i morti sono stati quattordici. Il Coronavirus è un pericolo anche per gli altri ospizi della zona, anche per quelli dove non si sono ancora registrati contagi e per ora tutto prosegue regolarmente.
Per questo il primo cittadino bucinese avanza la proposta di “intraprendere una strategia di area”, un piano comune per tutta la zona. Una proposta che sarà presentata ufficialmente alla riunione dei sindaci che si riunirà martedì prossimo in videoconferenza. “Chiederò se sia il caso di mettere in atto ulteriori iniziative” aggiunge Benini nella speranza che venga concordata una “metodologia di monitoraggio di tutte le case di riposo per cercare di prevenire il peggio”. Fondamentale anche un controllo costante e frequente dello stato di salute degli operatori che lavorano nelle varie Rsa così da tutelare i degenti.
Per quanto riguarda la situazione della casa di riposo cittadina il sindaco sta valutando se sia il caso di chiedere una nuova organizzazione della struttura. A seguito dei primi contagi la Asl è subentrata alla cooperativa incaricata nella gestione della “Fabbri Bicoli”: il piano zero è diventato area Covid, mentre negli altri due piani sono state trasferite le persone che non avevano contratto la malattia. Ora, alla luce degli operatori positivi che lavoravano al secondo piano, la situazione richiede si essere rivista. Inoltre, ha ricordato Benini, lo stabile ospita anche “la casa della salute, gli ambulatori e tutti i medici di base con un via vai di gente enorme per l’edificio, ed è complicato gestire delle unità Covid e delle unità no-Covid”.
“Valuterò – ha detto ancora in consiglio comunale Benini - se non sia il caso di pretendere dalla Asl una soluzione diversa che metta al sicuro tutte le persone che non sono state contaminate dal virus”.
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