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Attualità domenica 26 luglio 2020 ore 15:57

Serristori, un “disastro” raccontato con i numeri

I lavoratori del Serristori protestano davanti all'ospedale

Un documento sindacale svela i tagli operati negli ultimi mesi “per i ricoveri di urgenza e di degenza ordinaria siamo passati da 61 a 15 posti letto”



FIGLINE E INCISA — Il documento è stato firmato da Domenico Mangiola, Valentina Fontanelli e Simone Crinelli (delegati Cobas nella rappresentanza sindacale unitaria della Asl) e da Andrea Calò, dell’esecutivo nazionale federazione Cobas del pubblico impiego. Si tratta di due pagine che contengono un’analisi spietata della situazione che si è prospettata al Serristori. “Questo ospedale, prima del 20 luglio 2020, per i ricoveri di urgenza e di degenza ordinaria, aveva 61 posti disponibili. Oggi ne ha soltanto 15” scrivono i rappresentanti del sindacato di base.

Proprio nella legge implacabile dei numeri i rappresentanti sindacali intravedono un ulteriore pericolo reale per l’ospedale di Figline: dopo il taglio dei 23 posti letto di ‘Medicina A’, la riduzione da 18 a 15 dei posti letto della ‘Medicina B’ e l’eliminazione di 2 posti di ‘Sub-Intensiva’ i Cobas avvertono: “Questo taglio draconiano di posti letto avvicina il Serristori ad un baratro previsto dal decreto ministeriale 2 aprile 2015 n. 70 che prevede negli ospedali con 20 posti letto il declassamento con conseguente riduzione di personale e di specialistiche”.

E i punti dolenti del pronto soccorso “riaperto sulle 24 ore in situazione critica e precaria dal punto di vista della sicurezza strutturale senza personale medico dedicato”, la citata assenza degli anestesisti “i quali saranno presenti sulle 12 ore. Per cui, in caso di urgenze notturne in cui sia necessaria la presenza di un rianimatore, sarà attivata la pronta disponibilità, tutto ciò con enorme rischio clinico e sulla pelle dei pazienti”.

“E che dire dell’Ortopedia impossibilitata a fare interventi per carenza di anestesisti e posti letto, e della traumatologia spostata all’Osma come da indicazioni aziendali” aggiungono sconsolati i rappresentanti sindacali, i quali preannunciano un ulteriore informativa per descrivere “il disastro che sta avvenendo nella parte ambulatoriale che riguarda: l’oncologia, la cardiologia, l’odontoiatria, l’endoscopia, la dermatologia ed altro”.

Il documento sindacale termina con la richiesta di dimissioni del manager dell’Azienda sanitaria e dei responsabili della Regione e con un invito ai sindaci del Valdarno fiorentino “per una maggiore e incisiva azione a difesa dell’ospedale Serristori, in coerenza con il patto territoriale anche da loro sottoscritto. Deve essere ripristinata la piena funzionalità dell’ospedale con la riapertura dei posti letto soppressi e dell’attività sottratte”.


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