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Attualità lunedì 23 marzo 2020 ore 17:45

Sanitari contagiati, la rabbia di Chiassai

Foto di repertorio

Coronavirus, nuova denuncia del sindaco: “Cronica mancanza di mascherine e tamponi per il personale, alto rischio di infezioni in ambito medico”



MONTEVARCHI — La notizia di oggi che otto operatori e 22 degenti della Rsa di Bucine sono risultati positivi al Coronavirus, aggrava il bilancio dei contagi avvenuti in ambito sanitario nel Valdarno aretino.

Il sindaco di Montevarchi riassume i casi di cui è a conoscenza – 44, comprendendo quelli della Rsa di Bucine, i 10 all’ospedale dell’ospedale della Gruccia e i 4 alla Casa della salute di Terranuova – e li porta a conferma della necessità urgente di dotare medici, infermieri e personale di mascherine e tamponi. Necessità che Silvia Chiassai ha denunciato in più occasioni nei giorni scorsi.

“La cronica mancanza di misure di protezioni individuali e di tamponi per il personale sanitario che sto denunciando insieme a sindacati e operatori da settimane – afferma il sindaco Chiassai - ha generato già 44 casi in ambito sanitario accertati nel territorio. Sono già a 88 i casi complessivi in Valdarno secondo gli ultimi dati ufficiali comunicati dalla Asl (in realtà di più perché il sindaco è intervenuto prima dell’ultimo bollettino dell’azienda sanitaria, ndr). I numeri in aumento sono molto preoccupanti per l’alto rischio di infezione in ambito sanitario nei confronti dei pazienti, assistiti e familiari, in una lotta continua contro il tempo che ancora non è stata affrontata in maniera incisiva. Gli operatori sanitari, naturalmente i più esposti al rischio, devono però continuare a lavorare anche dopo la prova del tampone negativo, il che non significa che nei giorni successivi non si possa manifestare la positività” spiega il primo cittadino di Montevarchi. “In questo arco di tempo l’operatore non è in grado di tutelare né i suoi colleghi, né i pazienti, né tantomeno i suoi familiari. Per questo è indispensabile che nei loro riguardi vengano attivate tutte le procedure per la messa in sicurezza e la verifica della possibile positività con una ripetizione del tampone dopo pochi giorni, cosa che ancora non avviene”.

Il sindaco ribadisce quindi la necessità di fornire al personale sanitario e alle forze dell’ordine dispositivi di sicurezza e di sottoporli regolarmente a controlli. Se non si agisce subito “si rischia inevitabilmente di alimentare la diffusione del virus tra i colleghi di lavoro fino alla possibile sospensione delle attività dei reparti, Rsa e caserme per contaminazione”.

Chiassai ricorda come alcune aziende della zona stiano lavorando per produrre mascherine, 3000 già consegnate all’ospedale e alle forze di polizia mentre “aspettiamo da una settimana i tamponi che il presidente della Regione ha annunciato lunedì scorso, tramite canali di informazione nazionale, di cui non c’è traccia e che sono urgenti. Queste sono le priorità che non possono più aspettare. Il territorio si sta adoperando per dare un grosso aiuto, ma occorre in primis un’organizzazione puntuale della Regione e della Asl che ancora manca”.


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