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Politica venerdì 29 novembre 2019 ore 17:40

Quarantatremila euro per una buca, accuse e colpe

Silvio Pittori (Lega) e Giulia Mugnai (sindaca)

Una donna cade sul marciapiede e fa causa. Dopo la sentenza del tribunale esplode la polemica in Consiglio Comunale per individuare le responsabilità



FIGLINE INCISA — Più che un dibattito politico, quello che si è svolto il 28 novembre nel Consiglio Comunale di Figline Incisa è sembrato un dibattimento da aula di tribunale. Anche perché alcuni rappresentanti dell’assemblea consiliare (in particolare il capogruppo Pittori, il vicesindaco Buoncompagni e la presidente del Consiglio comunale, Fossati) svolgono proprio l’attività professionale di avvocato. Si è svolto così un dibattito serrato, ricco di termini legali, per cercare di individuare le responsabilità in merito ai 43.000 euro circa che il Comune di Figline Incisa dovrà pagare ad una donna che, nel 2014, era caduta a terra a causa di una buca che si era aperta sul marciapiede pubblico.

L’Amministrazione Comunale, per bocca del vicesindaco Buoncompagni, ha specificato che il Comune intende richiedere il pagamento o il rimborso all’assicurazione, nella convinzione di aver “adempiuto agli obblighi verso la compagnia assicurativa”, come a voler dire che l’incidente in questione era stato segnalato al broker assicurativo con un'apposita lettera. Resta il fatto che l’assicurazione non si è costituita nel processo per conto dell’Amministrazione comunale, da qui la condanna in contumacia, derivata a carico del Comune. Che ora è costretto a pagare gli oltre quarantamila euro

Come mai è successo questo inghippo? Si sono chiesti i consiglieri Lorenzo Naimi (M5S) e Cristina Simoni (Liste civiche).

Una possibile spiegazione l’ha data l’avvocato Silvio Pittori, capogruppo della Lega, il quale nel frattempo si era procurato una copia della sentenza del tribunale: “C’è stato un errore gravissimo da parte del Comune – ha detto Pittori - perché era l’unico che poteva difendersi nel merito”. Il capogruppo della Lega ha letto in aula un passaggio della sentenza, in cui il giudice specifica che il Comune “… avrebbe dovuto provare il caso fortuito, ma nulla ha provato avendo addirittura scelto di rimanere contumace, così rinunciando ad articolare qualsivoglia difesa”.

Secondo il capogruppo Pittori “È vero che la lettera all’assicurazione era stata inviata, ma il Comune avrebbe dovuto prima costituirsi nel processo per evitare di fare un danno ai cittadini, e poi chiamare in manleva l’assicurazione, come si fa di solito in questi casi. Invece non è stato fatto. Ora io sono poco fiducioso che la compagnia vi riconosca la restituzione dei soldi”.

Laconico il commento finale di Cristina Simoni: “Sindaca, lei la scorsa volta ha detto che si comporta come un buon padre di famiglia. Se questo è il suo modo di agire, è meglio che ci lasci orfani!”


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