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Attualità martedì 09 giugno 2020 ore 16:37

Paola e il tragico calendario dei morti sul lavoro

Alessandro Rosi con Paola Batignani

In una lettera straziante, scritta a 10 mesi dalla scomparsa di suo marito Alessandro, chiede giustizia e di mettere un freno alla strage quotidiana



REGGELLO — Emiliano Orlandi, 38 anni. Pasquale Setaro, 53 anni. Raimondo Martinelli 48 anni. Carlo Picchereddu, 59 anni. Ion Fartade, 47 anni. Ciro Petrucci, 61 anni. Questi sono i nomi, e non tutti, delle persone che hanno perso la vita sul lavoro in questo primo scorcio del mese di giugno. Un tragico calendario che si aggiorna giorno per giorno. Nomi e storie che Paola Batignani raccoglie con una dolorosa puntualità sulla pagina Facebook dell’associazione “Agganciamoci alla vita”.

La sua è un’iniziativa che è nata dalla tragedia che ha colpito la sua famiglia il 9 agosto dello scorso anno, quando è deceduto suo marito, proprio per un incidente sul lavoro: Alessandro Rosi è morto schiacciato da una trave di acciaio alle acciaierie Arvedi di Cremona. Aveva solo 44 anni.

“Chiedo giustizia per Alessandro, chiedo giustizia per mio figlio, chiedo giustizia per tutte quelle famiglie che non hanno avuto la mia forza di gridare in nome dei propri cari” scrive Paola Batignani in una lettera straziante, idealmente indirizzata a quanti hanno il potere di intervenire per fermare questa strage quotidiana In Italia si continua a morire di lavoro, cosa dobbiamo aspettare? Quanti bambini dovranno piangere e gridare alla notizia della morte del proprio padre? Quanti madri dovranno piangere sopra una bara? Quante mogli dovranno disperarsi per non aver dato l’ultimo bacio al proprio marito?”.

Così Paola Batignani continua la sua battaglia contro le cosiddette “morti bianche”. Una determinazione che non viene meno, anche oggi, a 10 mesi esatti dal giorno in cui la sua vita è stata stravolta da un incidente che poteva essere evitato. Una lotta che non sembra avere termine, come il dolore che l’accompagna, e che il tempo non lenisce: “Il tempo aiuta a sentire ancora di più il dolore perché col passare dei giorni, dei mesi, la mancanza toglie il respiro – racconta Paola - l’ansia, quella vera prende il sopravvento, la disperazione arriva negli angoli più profondi dell’anima, la paura dell’imprevisto ti blocca, la rabbia predomina su qualsiasi altro sentimento emozione. Col passare del tempo capisci che devi riscrivere tutto da capo, e speri con tutta te stessa che andrà meglio. Col passare del tempo forse riuscirai a togliere lo spazzolino da dove lui lo ha lasciato. Tutto si è fermato a quel maledetto 9 agosto. Tutto”.


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