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Attualità domenica 26 gennaio 2020 ore 16:19

Uffizio di Sant’Antonio, le immagini e la storia

Uffizio di Sant'Antonio, la sbandierata davanti alla Basilca
Foto di: Paolo Ricci

Primo appuntamento con gli Uffizi del Carnevale. Le origini religiose e l’evoluzione nei secoli. Fino ai pranzi a base di stufato alla sangiovannese



SAN GIOVANNI VALDARNO — Con il primo appuntamento del 26 gennaio 2020, denominato l’Uffizio di Sant’Antonio, hanno preso ufficialmente il via le domeniche che caratterizzano gli Uffizi del Carnevale di San Giovanni Valdarno. Seguiranno poi l’Uffizio di Santa Lucia (2 febbraio), l’Uffizio dell’Industria (9 febbraio) quindi il 16 febbraio l’Uffizio del Vicariato e infine il giorno 23 febbraio l’Uffizio delle donne.

Si rinnova così la tradizione sangiovannese che, da cinquecento anni, organizza una festa nelle cinque domeniche precedenti il martedì grasso. Una cerimonia che si è tramandata nei secoli, evolvendosi tra passaggi laici e religiosi.

Furono certamente le antiche compagnie del suffragio a dar vita agli uffizi, intesi come offerta di denari o di cera, per dar corso a quelle preghiere che nell’uso ecclesiastico si definiscono come l’atto di “recitare l’uffizio dei defunti” durante il carnevale. Il Tracchi ricorda come nell’anno 1675 compaia per la prima volta, nei reso conti dell’epoca, l’indicazione di bilancio "da più benefattori e compagnie nei giorni del carnevale".

Qualche anno dopo, nel 1681, compaiono i primi nomi dei capi delle cosiddette compagnie. Nel frattempo “senza trasgredire lo spirito in cui erano sorti gli uffizi” le compagnie pensarono di dar vita, proprio in quei giorni, a delle “agapi fraterne”. Iniziarono così a fiorire compagnie dai nomi più insoliti. Nel 1691 si ha notizia di quella “degli scapigliati”. Nel 1703 nasce la compagnia “dei beoni”, l’anno successivo quella “del caratello”. Poi si forma la compagnia “delle donne”, “dell’ellera” e dei “contadini di fora”.

Anche se nel tempo sono cambiati i nomi delle cosiddette “compagnie”, ancora oggi gli Uffizi si svolgono nei locali della Basilica (i Saloni) caratterizzati da un punto di vista culinario dai ricchi pranzi a base di ricette locali e del tipico “stufato alla Sangiovannese”.

Pranzi che sono preceduti dalla sfilata del carroccio, con paggetti in costume, in ricordo della processione con cui venivano consegnate le offerte.

Una cerimonia che si è ripetuta puntualmente il 26 gennaio con l’Uffizio di Sant’Antonio. Il carroccio ha iniziato la sfilata per le vie del centro storico alle 10,30. Mezz’ora dopo è iniziata la messa nella Basilica-Santuario Diocesano, con la consegna delle offerte alla Miracolosa immagine della Madonna delle Grazie. Al termine il raduno, in Piazza Masaccio, per lo spettacolo degli Sbandieratori dei Borghi e Sestieri e infine l’avvio del lungo e abbondante pranzo nei saloni della Basilica, a base dell’immancabile stufato alla sangiovannese.


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